Quando si parla di donazione a degli eredi, l’impugnazione è un tema molto ricorrente: accade infatti sempre più spesso che alcuni dei soggetti interessati agli oggetti donati, soprattutto se immobili, procedano con questa pratica con lo scopo di rivalersi di un bene sottratto. Quali sono i casi in cui l’impugnazione è possibile? Approfondiamo quindi il tema della impugnazione della donazione.
La donazione è una documentazione regolata dalla legge che la definisce come: un atto tra due parti mediante il quale il donante cede al donatario una somma di denaro, un bene mobile o immobile di valore, ed è obbligatorio che l’accordo avvenga tramite rogito notarile con la partecipazione di due testimoni.
Quando la donazione va a danneggiare i diritti di soggetti terzi, questi, volendo, possono contestare esercitando l’impugnazione di donazione. I casi in cui può essere impiegata sono differenti, i motivi principali sono:
Infine può esserci il caso di donazione per incapacità di intendere e di volere
Quando si parla di questa pratica e di impugnazione di donazione, non è raro domandarsi: i nipoti possono impugnare una donazione? Sebbene non ci sia una risposta precisa in quanto sarebbe ideale poter analizzare ciascuna situazione con le sue specificità, è opportuno tenere presente che la Legge italiana cerca di tutelare i familiari, detti “legittimari” e, in generale, tutti coloro che rischiano di essere danneggiati a causa di una donazione, compresi i creditori.
Analizziamo più nel dettaglio le due tipologie di soggetti più comuni che hanno il diritto di impugnare una donazione.
L’impugnazione di donazione immobile è legittima poiché il donante cede gratuitamente un’abitazione ad un’altra persona con l’obiettivo di evitare il pignoramento dei propri beni. Nel caso in cui sia trascorso meno di un anno, i creditori hanno la possibilità di limitarsi a depositare il pignoramento presso i registri immobiliari e l’atto sarà reputato non valido. Viceversa, se l’anno è passato, è fondamentale rivolgersi ad un giudice per intraprendere un’azione revocatoria; solo dopo aver esaminato con cura la situazione, il giudice ha la possibilità di annullare la donazione e concedere il pignoramento del bene immobile.
L’impugnazione di una donazione da parte di eredi legittimi è possibile, i donanti possono avere diverse modalità di agire, tra cui:
Infine, ci può essere la richiesta di riduzione per lesione di legittima. Viene interpellata quando c’è un’alterazione della parte che appartiene per diritto agli eredi.
Il tema relativo all’impugnazione donazione per lesione di legittima è di rilievo. La donazione è impugnabile dagli eredi nel momento in cui la donazione di un immobile abbia leso le quote di legittima che apparterrebbero al coniuge e agli eventuali figli. Possono rivolgersi ad un giudice chiedendo l’azione di riduzione.
Come avviene la procedura? Nel momento in cui il giudice verifica la legittimità della proposta, procede con la revoca della donazione e successivamente ridistribuisce le quote di eredità. Bisogna ricordare che l’impugnazione di donazione non può avvenire prima della morte del donante.
La donazione nascosta è un’azione che può essere compiuta dal donante, con l’obiettivo di evitare la restituzione da parte dei legittimari. Che cos’è una donazione nascosta? Questo atto consiste nel fingere una vendita con gli eredi e l’impossibilità da parte loro di poter vendere l’immobile dopo la morte del venditore. Non è raro trovare qualcuno che si opponga, ma è essenziale provare che il contratto sia simulato e non reale.
Le domande relative ai termini di impugnazione di una donazione non sono poche. Bisogna essere consapevoli del fatto che l’azione di restituzione può avvenire entro i 20 anni dal momento della donazione e l’impugnazione di donazione entro i 10 anni dalla data del decesso del donante è legittima. Successivamente, non ci deve essere l’impugnazione da parte degli eredi legittimi.
Bisogna tenere in considerazione, che trascorsi 20 anni dalla donazione, nel caso in cui l’abitazione fosse stata venduta a terzi, non corre più alcun rischio, perché ormai la donazione non è più impugnabile dagli eredi, che non possono più chiedere la restituzione della casa. Le tempistiche cambiano quando sussiste il decesso del donante, in questo caso la donazione non è più impugnabile dopo 10 anni.
I costi da sostenere per impugnare una donazione si diversificano in:
Le spese notarili ovviamente dipendono da vari fattori, tra cui il valore dell’immobile e la sua ubicazione, la complessità dell’operazione ed infine le tariffe. Mentre le imposte variano in base al grado di parentela.
Una donazione per essere non impugnabile necessita di alcune accortezze, tra cui il rispetto delle quote di legittima, ossia le parti minime di eredità che la legge prevede per i familiari. Inoltre, bisogna sottolineare che è essenziale la collaborazione con il notaio per rendere valida la donazione, lui si occuperà di stipulare un accordo in forma di atto pubblico e in presenza di due testimoni. Infine, anche l’esistenza di debiti può pregiudicare la donazione. In questi casi, la soluzione migliore è rivolgersi ad un avvocato e ad un commercialista.
La legge prevede anche la possibilità di revoca della donazione, i casi sono due:
In entrambi i casi il donante ha 5 anni di tempo per effettuare l’impugnazione della donazione ed è giustificata da motivazioni etico-sociali.
(Fonte: Idealista)